Benvenuto!

Io!Ho sempre voluto tenere un diario con le relazioni delle uscite e delle esperienze in ambito speleologico.

Con questo blog posso avere il mio diario ed inoltre condividere le esperienze che faccio.

Ho iniziato ad agosto 2012 a raccontare le mie avventure ipogee. Spero vi stiano piacendo. Nel caso ne aveste voglia, e’ sempre apprezzato lasciare un commento!

Cosa trovate nel blog? Le relazioni delle gite del fine settimana. Ogni tanto mi spingo a recensire qualche ristorante. Cerco di condire le parole con tutte le immagini che posso.

Ho inserito un paio di sezioni dedicate ai ricordi. Nella prima ho riportato le relazioni delle spedizioni speleologiche a cui ho partecipato. Nella seconda ho iniziato ad inserire immagini di uscite, fatte nel passato, che ritrovo curiosando tra i mucchi di foto che ho salvate sul pc (il piu’ delle volte sotto l’illuminante titolo “varie”!).

Buona lettura e di nuovo benvenuto!
Img0086

Pubblicato in speleo | 2 commenti

Bucio Nero’ – 11/05/2024

Ancora a scavare con Luca e un Gabriele errante da ricognizione.

Con l’arrivo del bel tempo decidiamo che e’ ora di tornare a Bucio Nero’. Messo insieme il solito trio di irriducibili la mattina ci avviamo verso Livata prima e fondi di Jenne poi.

A Livata facciamo sosta davanti la chiesa per monitorare il buco creatosi mesi fa. Troviamo una novita’, e’ stato recintato.

Luca si incarica di andare a vedere come sta.

Da un rapido esame sembra non essere ne’ migliorato ne’ peggiorato. Solo terra, nessun affioramento di roccia a farci sperare nella nascita di una nuova grotta.

Risaliamo in auto e ci dirigiamo a fondi di Jenne dove iniziamo a prepararci, senza fretta e godendoci il bel sole.

Andiamo alla grotta. Come sempre il dado del fix di partenza e’ mancante e come sempre qualcuno si e’ divertito a lanciare sassi dentro la grotta, per fortuna i piu’ grandi sono stati fermati dalla copertura di rete che mettiamo a protezione dell’ingresso.

Gabriele non si e’ preparato, strada facendo ha deciso di non essere bendisposto nei confronti del fango di Bucio Nero’ e ha deciso di andare in ricognizione alla ricerca di grotte nei dintorni. Luca si occupa di sistemare la corda d’ingresso.

Mentre lui inizia a scendere io termino la vestizione.

Pochi minuti e da sotto arriva la libera. Ultimi preparativi poi saluto Gabriele e scendo pure io.

Appena arrivo trovo una sorpresa, un pietrone di rispettabili dimensioni e’ caduto giu’ da chissa’ dove e per nostra fortuna si e’ fermato poco prima del budellino in cui prosegue la grotta dopo la saletta. Con un poco di fatica Luca ed io riusciamo ad incastrarlo in una posizione abbastanza stabile prima di proseguire.

Col solito passaggio dello zaino tramite corda arriviamo fino in zona scavo dove ci mettiamo subito all’opera. Inizio io poi dopo un’oretta cedo il posto a Luca. Documento la sua entrata nel cunicolo dove c’e’ il fronte di scavo.

Ancora un poco di fatica e Luca riesce ad avanzare abbastanza da fare spazio anche a me. Vado giu’ anche io a dargli una mano per sgombrare la zona in scavo dai sassi. In un momento di pausa passo la fotocamera a Luca che documenta quello che ha davanti. In effetti si vede poco ma sicuramente si capisce che e’ stretto.

Inizio a pensare che Bucio Nero’ ha rotto seriamente le scatole ma proprio in quel momento Luca riesce a farsi abbastanza avanti da guardare avanti. Gli sembra che un metro circa avanti a lui lo spazio si allarga un po’, vede anche una colata di calcite bianca immacolata. Ho capito, dovremo continuare lo scavo.

Luca continua a scavare ma io che sto fermo inizio a sentire freddo, molto freddo. Dopo un’altra mezz’ora sono congelato e tremo come una foglia. E’ decisamente ora di ritornare al sole. Iniziamo a recuperare gli attrezzi e ci avventuriamo nei budelli fangosi che ci porteranno di nuovo al sole.

Alla base del pozzo di uscita rimaniamo interdetti sentendo una mucca che muggisce sopra di noi. Se dovesse cadere dentro anche noi rimarremmo intrappolati dentro!

Quando esco trovo la spiegazione, qualche simpatico visitatore curioso ha aperto il cancello del recinto, magari per guardare meglio l’ingresso della grotta, ma poi non si e’ preso l’incomodo di richiuderlo. A lui vanno i nostri sentiti ringraziamenti e qualche pensiero troppo poco urbano da esprimere per scritto. Appena fuori dal recinto un folto gruppo di “mucchini curiosi” mi guarda con sospetto.

Urlo la libera a Luca che inizia a salire. Inganno l’attesa riprendendo la sua salita.

Mentre lui finisce di togliere la corda io mi avvio all’auto.

All’auto c’e’ nessuno, Gabriele deve ancora rientrare dalla sua ricognizione. Attendo Luca. Quando anche Luca arriva alla macchina dobbiamo decidere cosa fare in attesa che Gabriele arrivi. Oramai e’ pomeriggio, sono quasi le 5 e la temperatura inizia a scendere. E’ impensabile rimane fermi alla macchina. Prendiamo le nostre cose e andiamo nei dintorni a controllare alcuni buchi in speranza di diventare grotte.

Il primo veramente promettente lo ritroviamo a un 200 m dall’auto. Luca scende a guardare da vicino,

Per ora nulla da fare, ma promette.

La forza della natura, quel ramo laterale e’ stato tagliato alla base e lui si e’ saldato di nuovo al tronco principale dandosi nuova vita.

Finalmente nel nostro girovagare vediamo Gabriele uscire dal bosco. Ci avviamo alla macchina dove finalmente possiamo cambiarci.

Anche questa volta non siamo riusciti a capire se questa grotta un giorno ci lascera’ passare oppure no. Torneremo. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento

Bucio a ore otto – 27/04/2024

Ancora una giornata di speranzoso scavo con Gabriele, Luca, Nerone.

La mattina arriviamo in zona grotta e iniziamo a cambiarci sotto un bel sole caldo.

Pochi minuti e siamo davanti all’ingresso. Durante la nostra assenza qualche ragno ha lavorato sodo, purtroppo per lui, invano. Per passare dovremo distruggere le sue trappole per insetti incauti.

L’inizio del lavoro di scavo e’ affidato a Luca che ha energie da vendere. Prima che scenda metto un multimonti scaramantico e propiziatorio sulle rocce dell’ingresso, tanto per far capire alla grotta che abbiamo intenzione di scendere ben piu’ giu’ di quanto lo siamo ora. Non sono granche’ come rocce ma l’attacco sembra tenere.

Gabriele si mette comodo per il recupero dei sacchi che Luca riempira’. Accanto a Gabriele il “sacchio” (e’ un riuscito connubio tra secchio e sacco, anche se mi piacerebbe chiedere a Bruno di irrigidire leggermente il bordo). Io faccio la mia parte documentando.

Per il recupero del sacchio proviamo a deviare la corda su un moschettone, ma dopo una prova desistiamo, e’ piu’ comodo da tirare su ma scomodissimo per tirare fuori il pesante sacchio quando arriva a battuta sul deviatore.

Dopo un altro paio di sacchi Luca reclama un aiuto quindi termino il lavoro di documentazione esterna e scendo per dargli una mano. In pratica mi metto seduto sullo scalino posticcio che ho creato la volta scorsa e agevolo il passaggio del sacchio. Dopo un paio di volte capisco che svolgo un altro compito involontario, mi prendo tutta la terra e i sassi che arrivano da sopra e che altrimenti sarebbero destinati a Luca.

In mezzo agli scavi troviamo un “bacarozzo”. Proviamo a salvarlo piu’ volte ma ogni volta lui si ributta a capofitto in zona scavo correndo il serio rischio di essere schiacciato. Alla fine lo metteremo nel sacchio per tirarlo fuori.

Intanto i lavori proseguono, lenti ma inesorabili.

Faccio cambio con Luca, lui a prendere sassi sulla schiena e io a scavare.

Tanto per vedere provo a conficcare il “pie’ di pork” in mezzo ai sassi che stiamo scavando. Scende giu’ per tutta la sua lunghezza senza troppi problemi. Ancora tanto scavo ci attende.

Scava scava si fa ora di pranzo e il buon Luca reclama cibo. Decidiamo di uscire a fare quel che si deve.

Strada facendo per guadagnare l’uscita fotografo un paio di visitatori occasionali della grotta.

Gabriele e’ sempre assiso sul suo trono portatile.

Come aveva promesso, a ora di pranzo arriva Nerone e senza troppi convenevoli si prepara per fare la sua parte di scavo.

Intanto Luca pasteggia a pizza e mortadella. Visto che non ho nulla di mangereccio con me lo blandisco esortandolo a regalarmi una parte del suo pranzo. Non e’ proprio convintissimo ma alla fine cede.

Alcune ossa di qualche povera mucca che ha terminato i suoi giorni in questa grotta.

Dopo la pausa pranzo inizia il nuovo turno di scavo. Nerone si butta dentro e io lo seguo per agevolare il passaggio del sacchio.

Nerone scava senza soste apprezzabili fino a quasi le 5 del pomeriggio quindi usciamo dando fine allo scavo. Luca sistema le corde.

Un saluto alla grotta, sperando ci dia fiducia e si apra con noi! Nerone esce e inizia a preparare le sue cose per tornare a casa. Pochi minuti e si avvia alle macchine.

Lo scavo e’ terminato ma la giornata ancora no. Gabriele una mezz’ora prima che Nerone ed io uscissimo dalla grotta e’ scomparso nel bosco sotto e quando usciamo e’ ancora a zonzo. Dopo molti richiami finalmente risponde e ci da’ una buona notizia, ha ritrovato la “grotta della vaccheria”. Ci dice di raggiungerlo e portare una corda. La grotta e’ data per una profondita’ di 5 metri e da quanto e’ stretto l’ingresso non sembra sia stato sceso. Prendiamo il punto e le foto quindi risaliamo.

Un saluto anche a Bucio felice che non manchiamo di presentare a Luca.

Pochi passi, tanto fiatone e siamo all’auto. Nerone non vedendoci arrivare e’ gia’ partito per andare a casa.

Con le grotte non si puo’ mai sapere quindi continuiamo a dare speranza anche a questa. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Bucio a ore otto – 27/04/2024

Grotta dell’arco di Bellegra – 20/04/2024

Gita a caccia di gamberoni della Louisiana con Claudio, Valentina, Gabriele,Claudio e Mauro. Con la partecipazione concomitante di Fabio con i suoi allievi nonche’ Tanit e Federico che gli hanno dato una mano.

Tempo fa Gabriele e’ venuto a conoscenza di un avvistamento del temutissimo gambero della Louisiana nella grotta dell’arco in quel di Bellegra. Presi accordi e avuti i permessi necessari, oggi siamo qua per mettere le trappole e catturarne un po’.

Quando Gabriele ed io arriviamo al parcheggio davanti all’ingresso turistico della grotta troviamo tutti i nostri amici e una moltitudine di ragazzi. Subito intuisco trattarsi degli studenti di geologia di Fabio. Aveva detto che li avrebbe accompagnati in visita alla grotta ma avevo obliato la cosa.

Tanto per iniziare faccio un giro di saluti con foto. Qua abbiamo Valentina, Mauro, Claudio, Claudio e uno dei gestori della grotta di cui purtroppo non conosco il nome.

Ecco Claudio, gia’ pronto a entrare, come al solito ha molteplici impegni per questa giornata quindi si deve sbrigare.

Io, ricordando nulla della grotta, nei giorni scorsi avevo chiesto lumi a Gabriele il quale mi aveva detto: “Non ti preoccupare non ci si bagna, non servono gli stivali di gomma”…e cosi’ faccio. Qualche dubbio inizia a venirmi quando lo vedo indossare gli stivaloni da pescatore, quelli alti fino all’ombelico! Magari aveva solo quelli, penso.

Mentre io mi vestivo il gruppo dei ragazzi si e’ spostato all’ingresso vero e proprio della grotta. Li raggiungiamo mentre le loro guide stanno dando loro le ultime istruzioni su come comportarsi in grotta.

Il minuscolo laghetto all’ingresso.

Ecco il buon Fabio che chiude la fila dei suoi studenti. Lo saluto e poi svicolo avanti al gruppone.

Vado avanti svelto sulla passerella della parte turistica seguito dai miei amici.

Alla fine della passerella inizia la parte speleologica. Da qua in poi iniziamo a cercare punti buoni dove mettere le trappole. Ne troviamo subito uno e iniziamo il paziente lavoro per installare la trappola. Per ancorarla abbiamo scelto i multiFix cosi’ a lavoro terminato li potremo togliere senza lasciare traccia.

Mentre Claudio opera col trapano il suo omonimo prende il valore del PH dell’acqua.

Nerone intanto torna dalla sua perlustrazione…

…e illumina d’immenso la grotta!

Messa la prima trappola ci spostiamo con tutto l’armamentario. Poco piu’ avanti troviamo un’altro punto buono e Claudio si attiva di nuovo.

Mentre i miei amici lavorano alacremente io vado un poco in giro a curiosare.

Quando torno indietro hanno quasi finito di posare la seconda trappola.

Piu’ avanti il livello dell’acqua sale e mi devo bagnare leggermente i piedi. Inizio a capire che Gabriele stavolta mi ha fregato, gli stivali avrebbero fatto comodo eccome.

Messa la seconda procediamo in avanti. Alla curva successiva del meandro troviamo il punto buono per mettere la terza. E’ sempre Claudio ad operare.

Proseguendo in avanti troviamo una serie di corde che partono dall’alto. Mi incuriosiscono parecchio ma non ho con me l’attrezzatura quindi posso solo ammirarle.

In un anfratto i Claudii trovano il punto buono dove posare la quarta trappola.

E’ ancora Claudio a operare.

Nerone prepara i cordini.

Valentina fa da cavalier servente a Claudio.

Mentre io ancora una volta mi trovo disoccupato e vado in giro a casaccio a far foto.

La quarta trappola e’ quasi pronta, i “trappolai” si radunano ad ammirarla.

Si sentono voci avvicinarsi. Il tempo di girarsi a guardare e siamo raggiunti dal gruppo degli studenti di Fabio. Un saluto fugace, una foto a Fabio, e gia’ scompaiono dopo la curva successiva del meandro.

Poco piu’ avanti l’acqua diventa decisamente troppo alta per chi, come me, non aveva intenzione di bagnarsi troppo. Decido quindi che la mia esplorazione oggi termini qua. Trovo un punto piu’ in alto, mi metto comodo e saluto chi passa.

Pian piano mi sfilano davanti studenti e amici.

Rimasto solo inizio a tornare indietro incontrando studenti ritardatari.

Non li avevo notati prima, sulle pareti ci sono dei punti di rilievo appena accennati!

In un’ansa del meandro trovo anche tracce di “paleospeleologia” sotto forma di un mucchietto di polvere di carburo esausto.

Tanto per rendere piu’ interessante il ritorno indietro cambio l’impostazione della fotocamera e metto quella per scattare foto con tempi di esposizione lunghi. Per farle bene ci vorrebbe il cavalletto ma riesco a divertirmi ugualmente.

Strada facendo vengo raggiunto da due ragazze. Una di queste e’ una delle guide. Visto che facciamo la stessa strada inizio ad andare con loro e intanto scambiamo qualche parola. Le spiego che facevo parte della “squadra gamberoni” e che mi sono fermato per la mancanza degli stivali di gomma. Lei allora mi dice: ” ma potevi dirlo all’ingresso, possiamo dartene noi un paio”. Rallegrato dalla possibilita’ di proseguire l’esplorazione della grotta raggiungendo i miei amici arriviamo all’ingresso dove posso indossare con soddisfazione un bel paio di stivali di gomma.

Soddisfatto mi avvio per rientrare in grotta. Sono camminando mi accorgo di aver chiesto un numero di stivale un poco troppo grande. Non sono scomodi ma sento che gli stivali potrebbero anche scivolarmi via dal piede. Fa nulla, andiamo.

La ruota da mulino all’ingresso.

Oramai ho la fotocamera impostata per i tempi lunghi, nel primo tratto di grotta ho pure dove poggiarla in maniera stabile, rallento per fare qualche foto.

Gia’ che ci sono rifaccio una foto alla quarta trappola.

Anche il telefono, questa grotta ha tutte le comodita’!

Ho perso troppo tempo, sono ancora a meta’ strada quando incontro i miei amici che stanno tornando indietro. Li saluto, mostro loro gli stivali e li avverto che intendo proseguire per andare a vedere piu’ avanti. Ci salutiamo nuovamente e proseguo facendo foto.

Lungo la strada verso il fondo (ma sara’ il fondo?) della grotta incontro gruppetti di studenti che fanno ritorno.

Passo il punto con l’acqua alta e vado avanti. Attraverso punti del meandro veramente maestosi ed enormi che mi lasciano a bocca aperta, non ricordavo e non mi aspettavo uno spettacolo simile. Proseguendo il meandro inizia a restringersi fino a diventare impegnativo. Incontro Tanit e Federico che tornano proprio dallo stretto. Ci salutiamo e proseguo.

Il primo tratto anche se stretto non e’ troppo scomodo, vado avanti. Poco piu’ avanti dovrei impegnarmi di piu’. L’acqua sotto di me e’ torbida, provo ad immergere uno stivale, l’acqua e’ sicuramente piu’ fonda di quanto lui possa sopportare. Forse potrei passare senza fatica e senza bagnarmi…oppure no. Gli stivali mi sono larghi e potrebbero scivolare via stando in acqua. Non sono i miei, meglio non rischiare. Inoltre una raffica di starnuti mi ricordano che se non mi bagno troppo e’ meglio anche per me. Con un sospiro torno indietro, rimandando mentalmente la prosecuzione a tempi migliori.

Visto che son qua e la fotocamera collabora, strada facendo faccio altre foto.

Una curva del meandro, non riuscitissima, ma interessante.

Vermicolazioni giganti?

Una scritta incomprensibile.

Anche altre scritte, ne faccio foto per Gabriele che ha fatto il corso per eliminarle e da allora e’ accanito sul tema.

Dopo l’ennesima curva trovo un gruppetto fermo. Vado subito a curiosare.

Sono Tanit e Federico con un paio di studenti di Fabio che hanno trovato dei reperti, un dente di un ruminante e forse altre ossa. Lasciano una freccia per indicare il punto del ritrovamento.

Quando ripartono mi aggrego a loro per il ritorno all’ingresso.

Faccio ancora qualche foto ma poche e frettolose.

Eccoci all’ingresso.

Ciao grotta dell’arco, questo e’ un arrivederci.

Fuori trovo tutti, chi cambiato chi no. Gabriele sta commentando con entusiasmo quanto fatto in grotta oggi, con chiunque gli dia retta.

Io dopo aver restituito gli stivali vado a cambiarmi, come mio solito ho sudato tantissimo e sono fradicio. Valentina e Claudio sono gia’ partiti per altri lidi, per fortuna ci siamo gia’ salutati in grotta.

Alla fine dopo aver degnamente commentato la nostra avventura Gabriele si lascia convincere da Mauro e Claudio ad andare a pranzo. Io non posso far altro che seguirlo. Questi fiori c’entrano nulla ma son proprio belli.

Cosi’ la giornata del gamberone termina degnamente a tarallucci e vino, o meglio a fettuccine. Il ristorante “Trattoria da Emilio”, sulla strada per tornare a Bellegra paese non e’ per nulla male, forse appena un pelino troppo caro ma diciamo che si tratta di un peccato trascurabile.

Sarei voluto andare a scavare a Bucio Nero’ quindi la visita alla grotta dell’arco a Bellegra e’ stato un ripiego. Devo dire pero’ di essermi ricreduto. Una bella giornata e una bella grotta. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Grotta dell’arco di Bellegra – 20/04/2024

Corso 65 SCR – Chiavica di Jack – 13/04/2024

Una bella uscita di corso con Netta, Aurora, Massimiliano, Fabio, Lino e Marco. Con delle apparizioni straordinarie di Debora.

Per onorare questo corso stavolta mi son trasferito con tutta la famiglia a Terracina. Nei giorni scorsi ho avuto un potente mal di gola quindi potro’ fare poco o nulla per aiutare. Pero’ sicuramente riusciro’ ad importunare tutti con la mia fotocamera.

La mattina ci incontriamo tutti al “rifugio” dove si tengono le lezioni teoriche per questo corso. Io mi imbarco in macchina con Lino e tutti in fila indiana andiamo allo spiazzo dove lasceremo le auto per andare alla grotta. Per prima cosa iniziamo a prepararci senza fretta godendo il sole di questa calda primavera.

Debora ha accompagnato Aurora e prima di lasciarcela in custodia fa qualche foto.

Tutti pronti? Si parte. Il percorso per arrivare alla grotta non ha un vero e proprio sentiero e probabilmente da solo mi perderei irrimediabilmente. Massimiliano pero’ c’e’ stato oramai molte volte e in qualche maniera ci guida verso la meta.

Arrivati. Per prima cosa si deve togliere la rete che protegge l’ingresso.

Se ne occupa Massimiliano.

Noialtri smaltiamo un poco il sudore e iniziamo a completare la vestizione, senza fretta.

Ecco la Chiavica di Jack. Sembra un semplice buco nel terreno ma nasconde delle bellezze inattese.

Mentre Massimiliano sistema corde e attacchi noi tiriamo fuori gli imbraghi e ci vestiamo da grotta.

Dopo una mezz’ora di alacre lavoro la discesa del pozzo d’ingresso e’ pronta. Possiamo iniziare la discesa. Visto che nessuno si offre di andare per primo Massimiliano rompe il ghiaccio andando lui.

Lo seguira’ Lino che intanto si interroga su cosa sia quell’attrezzo metallico rosso che ha attaccato addosso e perche’ la corda debba essere passata al suo interno con passaggi astrusi e contorti.

Il resto del gruppo aspetta senza dare suggerimenti.

Quando Lino decide di potersi fidare del suo discensore lo monta con perizia e affronta il temibile frazionamento di partenza.

Marco lo osserva con attenzione e un po’ di scetticismo.

Pochi secondi e il frazionamento e’ superato con successo. Dopo di lui tocca a Marco che passa talmente veloce che mi ricordo di fargli la foto solo quando e’ gia’ a meta’ pozzo.

E’ il turno di Aurora, mi rifaccio con lei delle foto mancate con Marco.

Netta osserva compiaciuta la destrezza di Aurora.

I nostri allievi sono tutti scesi. Ora tocca a noi. Scende il buon Fabio. Anche a lui faccio un servizio fotografico invidiabile.

Dopo Fabio scende Netta, riprendo anche lei ma in maniera piu’ contenuta.

Ora tocca a me. Affronto con spavalderia il temibile frazionamento e inizio la discesa.

Alla base del pozzo trovo ad attendermi Fabio.

Sono in una vasta sala, atterrato su un cono detritico che va digradando verso i lati della sala. Scendo a raggiungere il resto del gruppo che sta esplorando la grotta.

Massimiliano ha con se’ una fotocamera speciale, fa foto (credo) a 360 gradi. La sistema su cavalletto e poi ci chiede di girarci intorno un paio di volte. Promette meraviglie che ci mostrera’ tra qualche giorno dopo un opportuno “montaggio”, checche’ questo voglia dire.

Inizio a sentire la differenza di temperatura rispetto al caldo torrido dell’esterno. Devo stare attento a non prendere freddo ma sono molto incuriosito da questa grotta, anche se in maniera meno maestosa mi ricorda vagamente la sala principale di grotta Sbardy. Faccio qualche foto prima di tornare fuori.

Guardo in su verso l’ingresso della grotta. L’effetto del sole che entra nella sala e’ spettacolare.

Arrivo alla corda e inizio a salire, lentamente, senza fretta, ogni tanto mi fermo a fare foto.

Sono fuori. Dopo di me sale Netta ma e’ talmente veloce che manco di farle una foto di benarrivata. Ci mettiamo comodi ad aspettare che il resto del gruppo inizi la ritirata. Il primo a farsi avanti e’ Lino. Lo seguo documentando in abbondanza il passaggio del frazionamento fetente.

Dopo di lui arriva Massimiliano. Anche se la mia attenzione e’ piu’ sui nostri allievi qualche foto la faccio anche a lui per par condicio.

Arriva Marco. Riprendo anche la sua salita con molte foto. Marco simula difficolta’ nel passare il frazionamento e nello specifico nello sganciare il croll. Non avrebbe bisogno di aiuto ma lo fa per permettere a noi istruttori di divertirci un po’ con varie prove di sblocco che terminano con un allegro paranco improvvisato.

Marco riprende fiato mentre Massimiliano sistema qualcosa.

E’ il turno di Aurora. Anche alla sua salita dedico molte foto.

Buon ultimo sale Fabio. Oramai la fotocamera e’ bollente dopo il reportage fatto ad Aurora quindi viene facile continuare anche con lui.

Mentre terminiamo di smontare le corde e richiedere la grotta arriva dal bosco la salvifica Debora. Salvifica perche’ nel suo zaino porta dell’acqua fresca di cui avevo proprio bisogno. Improvvidamente me ne ero portato solo mezzo litro e con questo caldo e’ servito a poco.

Una volta tolta l’attrezzatura da dosso, riposti i materiali negli zaini e caricata Aurora con uno zaino piu’ grande di lei (per tenerla allenata!), prendiamo la strada per le auto. Debora, che conosce bene la zona ci guida fuori dello pseudo sentiero fatto all’andata ma alla fine arriviamo sani e salvi. Strada facendo faccio sosta per fotografare questi bei fiori.

Eccoci arrivati.

Siamo un poco in ritardo per la lezione quindi ci cambiamo velocemente e torniamo al rifugio da cui siamo partiti dove ci attende Maria per la lezione di rilievo.

Ci accomodiamo nella saletta per le lezioni. La prima sara’ tenuta da Fabio.

Inganno l’attesa facendo una foto nel giardino sottostante approfittando per salutare Patrizia.

Inizia la lezione di Fabio. La terra’ “Topografia e Cartografia” seguendo una presentazione del nostro caro Gianni, scomparso troppo presto.

Ecco Fabio che intrattiene noi e i nostri corsari sulle ostiche nozioni di topografia.

Alla fine della lezione mi accorgo che si e’ fatto tardi e con dispiacere devo rinunciare alla lezione di Maria. Devo tornare a Terracina e preparami per l’allegra cena tutti assieme che concludera’ la bella giornata. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Corso 65 SCR – Chiavica di Jack – 13/04/2024

Corso 65 SCR – Pozzo Comune – 07/04/2024

La prima uscita in grotta per i nostri ardimentosi allievi. Con Aurora, Lino, Marco, Netta, Stefano, Fabio e Massimiliano.

Di buon mattino esco da casa col mio maxi-zaino e arrivo con la metro a Garbatella dove vengo prelevato da Stefano. Insieme arriviamo a Pian della Faggeta dove incontriamo il resto del gruppo. Purtroppo ci sono state alcune defezioni e dei sei allievi che ieri hanno imparato i rudimenti della progressione su corda ne son rimasto solo tre, Aurora, Lino e Marco.

Col caldo sole primaverile di questa giornata iniziamo a prepararci. Stefano ed io, che ancora non conosciamo gli allievi andremo avanti ad armare lasciandoli alle amorevoli cure di Netta, Fabio e Massimiliano.

In breve siamo davanti alla grotta, la solita, insostituibile Pozzo Comune. Pensate che Stefano in piu’ di 40 anni di speleologia ha contato di aver percorso i suoi vuoti almeno 90 volte!

Subito dobbiamo risolvere il problema della mancanza di dadi e bulloni. Qualcuno si diverte sistematicamente a toglierli. Per fortuna che Stefano se ne e’ portato una discreta quantita’ da casa. Iniziamo ad armare.

Sistemata la prima corda entro nel salone principale e faccio la foto di rito all’ingresso visto da dentro.

Stefano mi raggiunge e in pochi passi siamo alla partenza del P19. Lascio a lui l’onore di armarlo.

Anche stavolta mettiamo il deviatore che tanto imbarazza gli allievi, e’ una sorta di “battesimo del fuoco” per loro non mi sembra bello che ci rinuncino.

Raggiungo Stefano al restringimento a meta’ pozzo e insieme armiamo il frazionamento. Pochi minuti e sono al salto successivo. Stefano si attarda un po’ perche’ nel frattempo il resto del gruppo e’ arrivato alla partenza del P19. Mi raggiunge alla “pozzetta malefica” che prosegue poi col pozzo che porta alla sala del teschio. Anche qua Stefano va avanti e sistema l’armo. Visto che abbiamo abbastanza corda predispone una corda tesa a fare da teleferica ed evitare l’acqua mentre si scende con l’altra posizionata subito accanto. Non posso che approvare e sfrutto subito l’armo per beffare la pozzetta ed evitare di bagnarmi.

Siamo alla sala del teschio. Non rimane altro che aspettare l’arrivo dei nostri allievi. Stefano si siede a fare uno spuntino.

Io vado in giro a fare qualche foto. Mi incuriosisco di queste escrescenze grigio-violacee sulla roccia. Non saprei dire cosa possano essere.

Intanto prosegue la nostra paziente attesa.

Da sopra si iniziano a sentire delle voci.

Ci sistemiamo per poter fare sicura agli allievi che scenderanno.

Massimiliano si palesa per primo e si mete in corrispondenza del deviatore a meta’ pozzo.

La prima degli allievi a scendere e’ Aurora.

Subito dopo e’ il turno di Marco.

Appena arriva Marco parte Lino.

Riprendo anche la sua discesa.

Ora che siamo tutti riuniti e abbiamo fatto conoscenza e’ arrivato il momento di uno spuntino veloce prima di proseguire.

Approfitto del loro assembramento luminoso per qualche foto della sala del teschio che in alto scompare nel buio.

Ancora una, ci ho preso gusto.

Ci siamo rifocillati, si puo’ ripartire. Visto lo scorrimento d’acqua gia’ alla base del P19 decidiamo che non e’ il caso di scendere il pozzo Marilu’ e quindi lasciamo qua la corda, senza rimpianti. Affrontiamo lo scivolo di fango. In attesa del mio turno faccio una foto alle gocce d’acqua che brillano sul soffitto.

E’ il mio turno, vado.

Inizia il meandro, e’ fantastico e anche dopo tante, tante volte riesce ancora ad affascinarmi.

Arriviamo al pozzo Marilu’, io mi sistemo comodo su una cengia sopra il passaggio. Massimiliano va avanti e sistema una corda per fare in modo che gli allievi possano affacciarsi ad ammirare il pozzo in sicurezza.

Li facciamo passare uno per volta, Fabio li aiuta e consiglia nel passaggio della pozza d’acqua da superare per poter ammirare Marilu’. Il primo e’ Marco.

Lo segue Aurora che guarda con diffidenza la pozza d’acqua.

Io intanto passo il tempo a fotografare una minuscola stalattite in formazione.

Quando tutti hanno fatto conoscenza con Marilu’, torniamo indietro. Mi fermo a fare una foto di resti archeo-speleologici di carburo esausto abbandonati tanti anni fa da un ignoto visitatore. La grotta diligentemente, con i suoi tempi, li sta riconvertendo in candida calcite.

Ancora qualche foto al tratto di meandro che mi affascina di piu’, sembra fatto da un paziente scalpellino invece che da semplici gocce d’acqua.

Proseguiamo spediti tra queste meraviglie. I nostri allievi magari le avranno notate ma penso le apprezzeranno davvero in occasione di prossime visite, quando saranno piu’ esperti.

In breve siamo vicini allo scivolo di fango.

Un attimo di riposo alla sala del teschio, ma non troppo, per non sentire freddo ci si deve muovere.

Aurora si prepara a salire il pozzo.

Eccola che va.

Massimiliano la segue per fermarsi al frazionamento.

E’ il turno di Lino.

Quindi salgo io e prendo il posto di Massimiliano.

Aspetto che Marco arrivi e poi lo assisto nel passaggio del semplice frazionamento.

Nel frattempo Lino arriva su e libera la corda per Massimiliano.

Sale anche Netta, per ultima poiche’ si e’ offerta per fare il disarmo di questo pozzo.

Mentre il resto del gruppo si avvia verso il P19 io rimango a far compagnia a Netta che disarma.

Sono velocissimi! Quando arrivo con Netta e’ rimasto solo Marco. Mi chiede delle foto della sua salita e io ci provo volentieri ma senza grandi risultati.

E’ il mio turno, mi fermo al restringimento a meta’ pozzo. Netta sale ancora per ultima.

Da sopra sentiamo Massimiliano che impreca contro il deviatore. Probabilmente Marco ha avuto difficolta’ a passarlo pero’ ora sembra tuttto andato per il meglio.

Stavolta e’ Stefano ad offrirsi per disarmare il P19. Quindi Netta sale subito seguita da me che rimango a far compagnia anche a Stefano.Eccolo impegnato nel rendere inoffensivo il deviatore nefasto.

Rifatte le corde e sistemate negli zaini ci avviamo all’uscita. Stefano disarma anche l’ultima corda.

Si esce. Al bordo esterno della grotta si viene subito catturati da una sensazione di caldo asfissiante. Quasi da rimpiangere il freddino della grotta.

Fuori troviamo i nostri amici che si cambiano. Consegniamo loro gli zaini del materiale per un controllo veloce che ci sia tutto.

Fabio si cambia nella sua mitica Jimny.

I nostri allievi, in “borghese” quasi non li ricooscevo.

Sistemato tutto il materiale senza alcuna perdita Massimiliano telefona speranzoso a Luca, il gestore della Sbirra. Nonostante siano quasi le 5 del pomeriggio Luca accetta di nutrirci dopo le fatiche ipogee quindi scendiamo veloci in paese spinti dalla dolce prospettiva di un buon pasto.

Come sempre faccio foto al paese durante il tragitto, questa e’ la piazza principale.

Fine della piazza e inizio del vicolo che porta alla Sbirra.

Altra foto alla piazza con i nostri in arrivo.

L’ingresso della mitica e salvifica “la Sbirra”.

Ed ecco Luca, sorridente nonostante gli facciamo fare gli straordinari.

Arriva anche la sua sorellina, Floriana. E’ lei che cucina, il mio vero mito!

In meno di un minuto siamo a tavola e ordiniamo. Le facce gia’ sorridenti anticipano le delizie che gusteremo.

A fine pasto, dopo caffe’ e ammazza-caffe’ andiamo alla cassa per il conto e per i saluti. Grazie anche alle ragazze che lavorano qua e nonostante l’ora tarda ci hanno sfamato col sorriso.

La piu’ classica uscita di corso e’ terminata anche questa volta, e non ha deluso. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Corso 65 SCR – Pozzo Comune – 07/04/2024

Grotta Gianni Mecchia – 06/04/2024

Con Gabriele, Nerone, Tarcisio a proseguire lo scavo e Patrizio che passa a salutare.

Nerone prepara il materiale necessario.

Tarcisio e Gabriele non si vedevano da un po’ e si attardano a fare chiacchiera.

Si parte per la grotta.

Nerone apre il cancello.

Mentre terminano di sistemare cose io vado avanti, tanto mi fermero’ appena sotto il primo pozzo. Devo distruggere un arco di roccia che disturba assai la progressione. Aspetto alla base del pozzo. Nerone passa e va avanti verso il fondo attuale.

Aspetto ancora. Da fuori arriva la luce del sole sin qua.

Arriva anche Tarcisio e va avanti. Gabriele rimane per ultimo ed entrera’ con calma, vuol provare a fare il rilievo 3D.

Ecco l’arco di roccia da eliminare. Mi armo di demolitore e inizio.

Dopo una mezz’ora l’ho indebolito ma ancora non vuole cedere.

Arriva Gabriele. Nel frattempo dell’arco di roccia e’ rimasto solo il ricordo. Scendiamo assieme a raggiungere Tarcisio e Nerone.

Al “campo base” ci liberiamo dell’attrezzatura, per ora, superflua e percorriamo il meandro gattonando fino a raggiungere i nostri amici.

Ecco anche Gabriele che arriva.

Tarcisio e Nerone stanno lavorando sodo per rendere comodo il passaggio del tratto di meandro successivo. Io pero’ gia’ ci passo, quindi vado avanti a vedere. Dopo una decina di metri scarsi arrivo in una zona piu’ larga con molti arrivi. In fondo nemmeno a dirlo restringe e si intuisce un saltino di meno di due metri.

Inizio a lavorare col demolitore in corrispondenza del pozzetto ma non riesco a combinare nulla. Trovo un possibile bypass un paio di metri prima e provo anche la’. Riesco ad allargare la partenza ma poi piu’ avanti non riesco a scendere. Quando termina anche la seconda batteria del demolitore torno indietro dai miei amici.

Loro hanno avuto problemi col demolitore a 220 che improvvisamente ha smesso di funzionare. Gabriele si e’ offerto di uscire per controllare il generatore ma nulla si e’ risolto. Nerone e Tarcisio sono rimasti ad aspettare me. Nel frattempo hanno misurato la temperatura e hanno rilevato un 6,3 gradi. Ben fresco!

Dichiarato defunto il demolitore elettrico la decisione e’ presto presa. Si esce. Facciamo il materiale e lo riponiamo negli zaini. Parto per primo. In pochi minuti sono in vista dell’esterno dove trovo Gabriele che chiacchiera con Patrizio, arrivato per un saluto.

Naturalmente li costringo a mettersi in posa per una foto.

Arriva Nerone col suo berretto da battaglia.

Giornata terminata, ci si avvia verso le macchine.

Arrivati. Io come al solito con un fiatone che sembro un treno a vapore in corsa.

Tarcisio si cambia mentre Nerone si gusta la pipa ripensando alla giornata. Alla fine il problema del demolitore si e’ rivelato essere nel cavo elettrico. Per la prossima volta si dovra’ sistemare perche’ non faccia piu’ scherzi del genere.

Grotta Gianni Mecchia, una piccola grotta per un grande speleologo ed amico che ci ha lasciati troppo presto. Speriamo gli piaccia. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Grotta Gianni Mecchia – 06/04/2024

Bucio a ore otto – 29/03/2024

Con Luca e Nerone per una nuova sessione di scavo al bucio a ore otto.

La mattina passo per Tivoli e prelevo Luca poi, dopo la colazione, passiamo a fare il materiale. Nerone e’ al magazzino che ci aspetta e ha gia’ preparato tutto. Ha qualche ora libera prima del lavoro e ha deciso di venire a dare una mano.

Arriviamo al parcheggio vicino alla grotta e inauguro la giornata fotografica con una bella foto di Nerone e Luca.

Scordavo quasi, si oggi c’e’ anche Luna. In pochi minuti siamo pronti e ci avviamo per la grotta. Nerone e’ gia’ la’ e ha anche portato con se il materiale levandoci cosi’ l’incombenza.

Luna appena vede il buco e gli attrezzi da scavo intuisce che per oggi la passeggiata e’ terminata e gia’ fa il verso di voler tornare alla macchina. Per fortuna non abbiamo ancora fatto rumori molesti quindi non e’ spaventata e si lascia avvicinare. La poverina finisce cosi’ legata. Certo, e’ una corda da piu’ di 10 metri ma lei la tratta come fossero pastoie che gli bloccano le gambe e se ne resta li’ ferma con uno sguardo di rimprovero nei miei confronti. Spiace anche a me ma non posso rischiare che scappi nel bosco alla prima mazzettata su una pietra. Lo ha gia’ fatto un paio di volte facendomi passare un terribile quarto d’ora e non vorrei proprio reiterare l’esperienza.

Visto che Luca e’ sicuramente il piu’ in forze del nostro gruppetto e’ lui a prepararsi e a scendere per primo.

Nerone ed io restiamo fuori a recuperare i sassi che Luca ci passa in uno zaino. Passano cosi’ un paio d’ore e si avvicina ora di pranzo. Nerone, come una Cenerentola diurna verso mezzogiorno dichiara di dover andare e in un baleno saluta e parte. Rimango da solo a tirare su gli zaini riempiti di pietre da Luca.

Il lavoro continua. L’unico fremito lo da’ Luca quando mi avverte che spostando una pietra ha sentito una “zaffata” d’aria. Lo spiffero d’aria pero’ si e’ subito interrotto a causa della terra caduta giu’ levando il sasso.

Arriva il momento delle pietre che sono troppo grandi per lo zaino. Visto che ora sul fondo della grotta si sta comodi anche in due, scendo anche io col necessario e mostro a Luca come piantare un MultiMonti. Fatto quel che dovevo mene torno fuori e proseguo con l’estrazione a viva forza dei sassi preparati da Luca.

Terminato il carico dei sassi decidiamo che e’ ora di pranzo quindi Luca esce e ci mettiamo al sole a mangiare qualcosa. Terminato il lauto pasto ci scambiamo di posto, io scendo giu’ a caricare sassi e Luca rimane fuori a tirarli su. Dopo un bel po’ di scavo provo a saggiare la profondita’ dello strato di sassi facendo un buco con il pie’ di porco.

Lui, il pie’ di porco, va giu’ senza problemi ma purtroppo anche senza darmi l’informazione che cercavo, il termine dello strato di rocce da rimuovere per accedere alla sperata grotta.

Il responso del pie’ di porco e’ chiaro dobbiamo togliere ancora un metro di pietre e terra.

Come sempre la speranza e’ l’ultima a morire e poi l’aria sentita da Luca fa ben sperare. Torneremo. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Bucio a ore otto – 29/03/2024

Bucio a ore otto – 23/03/2024

E’ stata una giornata piena e tutto sommato interessante, abbiamo visitato un paio di grotte che non conoscevo assieme agli amici Claudio e Mauro e concluso con uno scavo alla grotta “Bucio a ore otto (LA1557)”.

La mattina Gabriele passa a prendermi e insieme andiamo al bar Cicchetti, vicino Agosta, dove ci incontriamo con Claudio e Mauro. Dopo un supplemento di colazione riprendiamo le auto e andiamo a visitare la grotta “Rotta Tollano (LA2419)”, recentemente scoperta da Elia.

Lasciate le auto nei pressi di una costruzione dell’Acea prendiamo un sentiero in salita.

Dopo un centinaio di metri ecco l’ingresso a bordo sentiero.

E’ la mia prima visita, quindi spinto dalla curiosita’ entro a vedere. Si passa di lato per evitare il soffitto basso all’ingresso e ci si ritrova in una sala.

La parte dell’ingresso col soffitto basso e’ ingombra di rifiuti, per fortuna c’e’ il soffitto che ha reso piu’ difficoltoso il deposito e quindi limitato un poco questa barbarie.

Una parte del soffitto della sala ha un’apertura.

Ci sono un paio di punti dove si potrebbe tentare di approfondire, ma non ora, sono con i vestiti “buoni” e non mi posso sporcare.

Lo scopo principale della visita era accompagnare Mauro e Claudio a raccogliere dolicopode per il loro studio. Prima di entrare per la loro perlustrazione preparano i contenitori.

Mentre loro entrano a fare quel che devono io vado in giro a perlustrare. E sono fortunato, trovo un buco che potrebbe essere interessante.

Chiamo a raccolta Gabriele che subito mi raggiunge per tentare una scansione con il Lidar. Viene anche Claudio, la sua ricerca in grotta e’ stata infruttuosa, nessuna dolicopode si e’ palesata.

Mentre Gabriele scansione io mi dedico a qualche fiorellino.

Osserviamo i risultati della scansione, ma non ci dicono molto, torneremo.

Terminata la ricognizione torniamo indietro a raggiungere Mauro.

Un saluto alla grotta e alla sua monnezza.

Ecco la costruzione dell’Acea, probabilmente una stazione dove l’acqua viene “depurata” con un po’ di cloro.

Visto che la ricerca alla prima grotta e’ stata infruttuosa torniamo a Subiaco. Porteremo i nostri amici alla “grotta degli animaletti (LA1244)”. E’ una novita’ anche per me, ne sento parlare da parecchio ma non sono mai stato a visitarla.

Per arrivarci si passa proprio dentro Subiaco e si passa sopra al ponte di ferro per oltrepassare l’Aniene dove alcuni canoisti stanno esercitandosi.

Si prosegue per una strada in salita fino ad un ex-cancello dove inizia un sentiero.

Prendiamo il sentiero e lo seguiamo per un lungo tratto arrivando quasi in corrispondenza del parcheggio della ex-cartiera.

A un tornante sul sentiero si sale su ancora qualche metro.

Sulla spianata che segue gia’ si intravede l’ingresso.

Ecco la nostra grotta. Si presenta bene devo dire.

Mentre aspetto l’arrivo del resto del nostro gruppetto salgo sulla destra a dare uno sguardo a un paio di ripari in legno costruiti addossati alla parete per sfruttare parti della grotta. Nulla di che ma comunque interessanti.

Eccoli arrivati. Scendo a raggiungerli.

Vado nella grotta a vedere. Dopo l’ingresso trovo uno scivolo con un passaggio strettino e sicuramente scomodo da fare con i vestiti “buoni”.

Questo e’ l’ingresso visto da dentro.

Entrano anche i miei amici e dopo di loro mi convinco ad affrontare anche io lo stretto cercando di limitare i danni. Gabriele, piu’ previdente di me, si e’ messo in canottiera. Claudio appena entrato e’ gia’ intento a cercare “bacarozzi”.

Mentre Claudio cerca io faccio un giro fotografico per la sala dove siamo arrivati.

Dalla sala la grotta prosegue ma sempre con passaggi angusti e Gabriele mi conferma che dopo si deve strisciare pancia a terra, quindi mi astengo.

Gabriele e Claudio proseguono nelle loro ricerche mentre io decido di uscire per fare un giro nei dintorni.

Fuori il caldo mi assale, oramai l’inverno mai arrivato ha lasciato il posto alla primavera. Nemmeno il “marzo pazzerello” ce l’ha fatta a resistere.

Nei pressi della grotta trovo un reperto, un rifiuto storico.

Dopo una breve ricognizione torno all’ingresso della grotta dove trovo Gabriele. Lo avverto che mi e’ venuta fame e che vorrei andare alla pizzeria a taglio sulla piazza per fare uno spuntino veloce. Prendiamo accordi per incontrarci nei pressi del parcheggio e vado.

Alla fine il mio spuntino si allunga perche’ anche a Gabriele viene fame e si ferma a prendere della pizza. Claudio e Mauro invece optano per un piu’ tranquillo ristorante. Ci salutiamo. Gabriele ed io dopo la pizza andiamo verso la prossima grotta della giornata, “Bucio a ore otto (LA1557)”. Qua pero’ ci vestiamo come si deve, dobbiamo iniziare uno scavo che speriamo porti a qualche risultato.

Un saluto alla solita palina dei sentieri.

…e un pensiero sorridente al mio nipotino Tommaso!

Pochi passi e siamo all’ingresso della grotta, ben nascosta dal cartello di divieto d’accesso che ha visto tempi migliori.

Appena entrato mi trovo faccia a faccia con una lumachella e le faccio una foto di bentrovata.

C’e’ anche un grillo e per par condicio fotografo anche lui.

Una volta sceso sul fondo mi sistemo alla meno peggio e inizio a scavare via sassi che metto dentro il “sacchio” e Gabriele tira fuori issandoli su con la corda. Dopo un buon paio d’ore di scavo ho le braccia a pezzi e le ginocchia doloranti, ancora si vede nulla di buono ma almeno sono un metro piu’ in basso rispetto a quando ho iniziato.

Concordo il termine dei lavori con Gabriele e poi esco lasciando a lui lo spazio per fare i suoi lavori di scansione.

Un paio di ossi per Aurora sono il magro bottino dello scavo odierno.

Riprese le nostre cose torniamo all’auto dove ci cambiamo. Strada facendo passiamo accanto all’eremo del beato Lorenzo e Gabriele si ferma perche’ vuole mostrarmi un paio di grotte vicine all’eremo. E’ gia’ la terza volta che passiamo per di qua, ogni volta all’andata abbiamo detto “al ritorno ci passiamo” e al ritorno “la prossima volta”. Stavolta Gabriele e’ irremovibile e alla fine mi ritrovo a seguirlo stancamente, lo scavo mi ha distrutto.

Preso il sentiero arriviamo a un ingresso laterale dell’eremo.

Gabriele come prima cosa mi mostra un buco enorme in parete che vorrebbe andare a visitare. Nerone, la nostra memoria storica di questi luoghi dice di averlo visto e che non e’ granche’, pero’ Gabriele vorrebbe ridarci uno sguardo, magari questa estate ci faremo un salto.

Ci avviciniamo all’eremo e Gabriele annuncia che qua ci sono 2 grotte.

La prima e’ questa, sembra, “GROTTA DEL BEATO LORENZO(LA1136)”

A me non dice nulla ma Gabriele si dice sicuro che sotto la superficie dell’acqua la grotta continua.

E la seconda grotta mi chiedo? Gabriele mi risponde che la “GROTTA DIETRO IL BEATO LORENZO(LA1135)” e’ dentro l’eremo e quindi non visitabile.

Terminiamo una visita con la spettacolare vista della valle dell’Aniene.

Che dire, una giornata nata cosi’ per caso e in maniera svogliata ma cresciuta e sviluppata in maniera soddisfacente. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Bucio a ore otto – 23/03/2024

Ricognizione e Ouso Giugabi – 02/03/2024

Vi racconto di qualche ora a Pian della Faggeta insieme a Luca e Gabriele alla ricerca di alcune grotte.

La mattina con Gabriele partiamo da Roma e andiamo a Carpineto per incontrare Luca al bar Semprevisa. Al bar incontriamo anche Paolo, Luigi e Laura che stanno andando ad esplorare una nuova grotta. Dopo la colazione saliamo a Pian della Faggeta.

Le previsioni del tempo avevano predetto pioggia a catinelle. Per fortuna il tempo reale e’ di diverso avviso e decide di concedere qualche piacevole ora senza pioggia. Per prima cosa andiamo a vedere la oramai celeberrima grotta che stanno scavando Valentina e Claudio. Stamattina saremmo dovuti essere qua con loro a scavare ma Claudio ha avuto un impedimento e lo scavo e’ stato rimandato.

Il buco si presenta non male, certo di lavoro ce n’e’, pero’ una scavata non la si puo’ negare.

Dopo la visita alla quasi-grotta di ValClaud torniamo alle macchine e ne approfitto per rubare una foto a Luca.

Gabriele naturalmente aggiorna in diretta Claudio su come sta la sua grotta.

Andiamo avanti sulla strada e passiamo accanto all’Ouso del sordo(LA239) e come sempre esprimo ad alta voce il desiderio di andarne a vedere l’ingresso da vicino. Nemmeno a dirlo! Luca subito risponde: “Io ho le chiavi, se vuoi possiamo andare.”. Come respingere un cosi’ gentile invito? Fermiamo le macchine a lato strada e andiamo. Pochi metri dopo il cancello c’e’ la recinzione che protegge la dolina.

Passiamo anche la recinzione e vado avanti a curiosare. Mi avevano detto che era completamente tappata dal fango, ma almeno un pozzo d’ingresso sembra essere sopravvissuto.

Scendo giu’ fino al bordo del pozzo e curioso per quel che posso.

Dopo la visita all’Ouso del sordo andiamo alla meta designata. Strada facendo infatti abbiamo deciso di andare a scavare all’ouso Giugabi(LA2350). I compiti sono gia’ assegnati. Luca, che ha scordato la tuta a casa restera’ fuori a recuperare i sassi che Gabriele ed io gli passeremo.

L’ingresso della grotta ci attende, magari per svelarci qualche sorpresa.

Per prima cosa, com’e’ abitudine da inizio anno (cioe’ da quando Gabriele si e’ comprato il cellulare nuovo!) , Gabriele vorrebbe fare la scansione 3D della grotta, ma io sono impaziente di andare a vedere il da farsi quindi lo scavalco e scendo.

Scendo. Sul fondo della grotta c’erano 2 fronti di scavo possibili, uno promettente ma scomodo e impegnativo sulla sinistra e uno piu’ comodo sulla destra. Il mio obiettivo odierno era quello di togliere sassi a destra. Purtroppo dimenticavo che avevamo riempito la “mia” area di scavo con un metro cubo circa di sassi. Fossi stato il protagonista di un romanzo d’avventura avrei esclamato: “Che il cielo mi strafulmini!”, ma non lo sono quindi mi limito a smoccolare sottovoce per qualche minuto prima di uscire a dare la ferale notizia ai miei amici.

Naturalmente lo scavo che ci eravamo prefissi viene annullato. Vado fuori dalla dolina mentre Gabriele riesce finalmente a fare il suo bel rilievo 3D. Questo impedimento mi guasta un poco la giornata, ma non completamente.

Ritornati alle auto facciamo il punto della situazione. Gabriele si arma di GPS e partiamo alla ricerca di qualche grotta nota ma introvabile. La zona non manca certo di grotte da ricercare. Sulla mappa sembra semplice…

Ma nella realta’ ci si aggira in un panorama di vegetazione piu’ o meno fitta, con abbondanti rovi e tantissimi possibili buchi seminascosti tra le spine.

Gabriele, col suo fido GPS prende decisamente il comando delle operazioni e decide che dobbiamo ritrovare l’Abisso Capodafrica (LA799). Dopo tanti giri e qualche graffio troviamo finalmente un buco ma non e’ la grotta che cercavamo. Probabilmente si tratta di Grotta Federico docet (LA1447)

Diamo uno sguardo dentro e la vista di copioso fango ci convince a rimandare ulteriori indagini. Prendiamo le foto, qualche dato, l’immancabile rilievo 3D e ci spostiamo alla ricerca della Capodafrica.

Poco distante, ma dall’altra parte della strada troviamo una dolina che sembra essere la nostra meta.

Purtroppo, se la grotta una volta c’era, ora deve essere scavata di nuovo. Ma anche qua l’aspetto fangoso assai non invoglia.

Altro buco, ma sembra piu’ una tana.

La’, giu’ in fondo sembra bello, ma se c’era una grotta allora e’ stata “rappilata” come direbbe Nerone.

Esco dalla dolina mentre Gabriele termina la scansione 3D.

Io non sono cosi’ tecnologico e mi accontento di fare antiquate foto a qualche fiore.

Ritorniamo alle auto che e’ l’ora di pranzo. Il furore esplorativo e’ sfumato e l’appetito e’ aumentato quindi e’ facile decidere la prossima tappa…il nostro ristorante preferito, “La Sbirra”!

Come sempre troviamo la simpatica presenza di Luca ad accoglierci.

Pochi minuti abbiamo fatto i debiti saluti e siamo accomodati al tavolo.

Floriana, che si occupa della cucina mi regala un bel piatto di fettuccine, capace sicuramente di fugare qualsiasi contrarieta’.

La nostra breve giornata e’ passata benone, anche in barba alle previsioni meteo. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Ricognizione e Ouso Giugabi – 02/03/2024

Ricognizione Vallepietra – 24/02/2024

Con Gabriele alla ricerca di nuove e vecchie grotte nei pressi di Vallepietra. Una valle incantata dove, in mille piccole sorgenti che si uniscono a formare rivoli tumultuosi, nasce il Simbrivio, uno degli affluenti dell’Aniene.

Ancora una volta Gabriele ed io ci troviamo a girovagare, catasto alla mano, per cercare di rintracciare grotte esplorate almeno vent’anni fa se non di piu’. Naturalmente non tralasciamo mai la speranza di trovare grotte nuove quindi i nostri spostamenti in auto sono solitamente interrotti piu’ volte per verificare qualche ghiotto buco su strada.

Per la prima grotta, POZZO BASSICONTE(LA361), da cercare Gabriele ha ricevuto precise indicazioni da Nerone: “dopo il parcheggio per Mora di Cavorso continua sulla strada fino a incontrare un muro. Alla fine del muro si puo’ salire. Torni indietro fino a meta’ muro, sali una cinquantina di metri e la’ c’e’ la grotta.”.

Noi, armati di fiducia e buona volonta’ seguiamo le indicazioni di Nerone. Arrivati al muro cerchiamo parcheggio e subito sembra che la fortuna sia dalla nostra parte. A bordo strada troviamo subito un buco interessante.

Dentro anche se c’e’ qualche concrezione non si avverte aria ne’ sembrano esserci prosecuzioni percorribili senza opera di scavo. La salutiamo con rammarico e proseguiamo per la ricerca di Pozzo Bassiconte.

Saliamo da dove termina il muro, torniamo indietro circa a meta’ muro e iniziamo a salire. I numerosi sassi, le foglie, i rami e il fango non rendono semplice la salita, ma pian pianino prendiamo quota.

La foto a questo albero c’entra nulla, pero’ mi piace perche’ mostra l’immensa forza paziente delle piante.

Come sempre succede dopo un po’ Gabriele ed io ci perdiamo di vista, ognuno impegnato a seguire chissa’ quale ipotesi o traccia di grotta. Io per esempio ad un certo punto della salita trovo un accenno di sentiero e provo a seguirlo andando verso sinistra.

Dopo una camminata di almeno mezz’ora mi dichiaro sconfitto e faccio per tornare indietro. Mi squilla il telefono, e’ Gabriele che mi avverte che anche lui sta tornando verso la macchina con le pive nel sacco. Ci incontriamo nei pressi del muro e insieme scopriamo un cippo di cui non riusciamo ad interpretare il significato.

Tornati all’auto dobbiamo decidere come proseguire la giornata. Io avevo proposto di fare un salto all’Abisso Nessuno per fare un lavoro sotto al primo pozzo ma a Gabriele non sorride troppo l’idea quindi fa orecchie da mercante, o meglio fa finta di dimenticarsene e propone di andare a ricercare alcune grotte vicino Vallepietra. Visto che il tempo non promette bene e visto che la zona di Vallepietra mi piace, non faccio obiezioni. Partiamo verso Vallepietra facendo le solite, frequenti soste quando incontriamo buchi notevoli. Questo per esempio e’ uno.

Prima di dirigerci a Vallepietra Gabriele decide di fare una deviazione verso Trevi per dare l’ennesimo sguardo inconcludente al “Ponte Vado Sacco” che dal nome nemmeno si direbbe una grotta ma e’ in catasto col numero LA1437. Come tutte le altre volte non lo troviamo e risalendo in macchina Gabriele commenta ancora una volta che pero’ dalle foto dell’epoca sembra sia una cosa notevole. Chissa’, magari un giorno lo troveremo.

Altra sosta intermedia la facciamo in localita’ “Ponte Castello”, “Castiju” in dialetto locale. L’informatissimo Gabriele mi comunica che qua ci sono ben 2 grotte da rivedere. La prima e’ GROTTONE DI PONTE CASTELLO(LA1105) e la seconda, con notevole sfoggio di fantasia e’ stata chiamata GROTTA SOPRA PONTE CASTELLO(LA1103).

Ecco Gabriele che attraversa il Ponte Castello. Sulla sinistra dovremmo trovare il grottone.

Eccolo. E’ un po’ una delusione e secondo i canoni attuali non sarebbe nemmeno catastabile.

Entriamo dentro, il grottone e’ stato trasformato in deposito per varie robe tra cui tavolini e sedie che probabilmente nella bella stagione vengono portati nel prato antistante per i picnic.

Una rapida verifica sul fondo dello sgrottamento non sembra dare risultati. Chiude senza possibilita’. Gabriele decide comunque di fare il rilievo 3D col Lidar del suo nuovo cellulare.

Mentre lui opera io vado a fare un giro nella speranza di trovare qualche altro buco. Davanti a noi scorre allegramente il Simbrivio.

Questo e’ il pratone per i picnic.

Un tubo di plastica pesca l’acqua dal Simbrivio e la porta a questa fontana.

Quando Gabriele termina il rilievo possiamo dedicarci alla seconda grotta. Traversiamo la strada e prendiamo un accenno di sentiero. Seguo Gabriele ma dopo qualche metro mi accorgo che il GPS indica che mi sto allontanando dalla grotta. Faccio un urlo a Gabriele, che probabilmente non mi sente, e giro verso destra. Dopo una salita di una ventina di metri di dislivello riesco ad intravedere qualcosa di interessante nonostante il fitto intreccio di rami.

Aumento il passo, vado nella direzione che mi pare promettere e infatti trovo la grotta. Per prima cosa urlo un paio di volte a squarciagola per avvertire Gabriele, ma senza effetti avvertibili.

Si tratta di un altro sgrottamento iniziale ma questo e’ sicuramente piu’ interessante. A sinistra ci sono dei buchi da investigare.

A destra un ambiente evidentemente trasformato in chissa’ quale epoca, in rifugio.

Entro per prima cosa nel rifugio. A parte lo stillicidio non mi sembra ci siano prosecuzioni.

Il muretto a secco che protegge l’ingresso.

Terminata l’indagine al rifugio mi fermo un attimo per prendere il punto della grotta anche se quello a catasto pare esatto. Subito dopo vado a curiosare nell’altro buco. Appena mi avvicino e inizio ad arrampicarmi sento sfiorarmi da qualcosa e la sorpresa per poco mi manda a gambe all’aria. Mi giro a guardare e vedo un uccello di dimensioni notevoli che plana placidamente nel cielo a poca distanza. Non mi lancio in tentativi di riconoscimento ma pensi si tratti di un qualche “falconiforme” termine che ho imparato andando a consultare, in seguito, un documento dell’Ispra di cui vi lascio il link.

Passata la sorpresa vado a curiosare nella grotta. Non mi sembra ci sia traccia di nidi, magari il mio falchetto si stava solo riposando dalle fatiche della caccia.

In compenso pero’ la grotta pare proseguire piu’ avanti. Ma nonostante la curiosita’ non vado a vedere, non ho la tuta e non posso sporcare gli abiti “buoni”.

Per stavolta mi accontento di qualche foto. In alto c’e’ un altro buco da vedere.

Dalla grotta riesco a vedere la strada subito sotto di me. La discesa e’ un po’ ripida ma non impossibile. Prima di andare urlo di nuovo per richiamare il mio amico, ma di lui nessuna traccia. A meta’ discesa trovo queste fauci di roccia. Mentre faccio la foto sento chiamare dall’alto. E’ Gabriele che mi urla un “Trovata!”. Gli rispondo che l’avevo gia’ trovata anche io e che sto tornando alla macchina. Lui si ferma per guardare la grotta e fare il rilievo 3D anche di lei.

Continuo a scendere e sono quasi alla strada.

Come sempre succede da sotto della grotta non appare traccia.

Per ingannare il tempo mentre attendo Gabriele, vado avanti sulla strada e trovo una sorpresa, un’altra forse-grotta.

Mi affaccio dentro, in fondo si intuisce un ambiente ma per arrivarci c’e’ da scavare. Peccato.

Mi fermo nei pressi ad aspettare Gabriele. Quando lo vedo spuntare sulla strada lo chiamo e gli mostro la mia scoperta. Dopo torniamo alla macchina per proseguire il viaggio. In corrispondenza del sentiero che porta alla diga del Simbrivio facciamo un’altra sosta.

Andiamo per il sentiero verso la diga e camminando vediamo dei buchi interessanti, peccato siano dall’altra parte del fiume. Torniamo sui nostri passi e cerchiamo un punto dove scendere verso i buchi visti. Non e’ semplice trovare la via ma in un paio di tentativi ci riusciamo. Naturalmente le nostre attese si risolvono in un nulla, i buchi erano solo illusioni.

Tornando indietro Gabriele mi mostra la Risorgenza ponte Simbrivio(LA2242), grotta che ha trovato lui durante uno dei soliti spostamenti verso Vallepietra.

Mi affaccio a guardare, e’ stretto ma praticabile, ma non sara’ oggi che provero’ ad entrare.

Accanto alla grotta noto un altro buco e ci fermiamo a dare uno sguardo anche a lui. Sembra esserci una piccola sala. Da vedere.

Arriviamo a Vallepietra verso le 2 del pomeriggio. Abbiamo fame e ci dirigiamo al solito bar per un panino. Purtroppo, ci dicono, oggi la cucina e’ chiusa perche’ avranno una festa di battesimo e tutto il locale e’ dedicato a questo evento. Ci suggeriscono pero’ di provare al vicino ristorante “La brace”, ritornando di poco indietro sulla strada.

Il ristorante lo troviamo, ma da fuori e anche entrando sembra tutto tranne aperto. Facendo un poco di rumore pero’ riusciamo a far uscire qualcuno da quella che sembra la porta della cucina. Un ragazzo giovane che si presenta come il gestore del locale e poi anche sua madre. La cuoca non si palesa ma rimane confinata in cucina. Prima chiediamo per un panino ma poi Gabriele propone un piatto di pasta, subito variamo la richiesta che con nostro sommo piacere viene accolta dalla cuoca. Ci accomodiamo e in capo a una decina di minuti abbiamo davanti a noi un fumante piatto di fettuccine all’amatriciana. Avrei qualche rimostranza da fare per lo spiccato sapore di pomodoro crudo nel condimento, ma la fame e’ tanta e non stiamo a guardare troppo per il sottile.

A fine pasto facciamo una decina di minuti di chiacchiera con il gestore e la sua mamma. Parliamo loro di quello che facciamo e delle grotte nei dintorni. Alla fine ci indicano alcuni buchi da vedere e ci scambiamo i numeri perche’ possano inviarci altre informazioni. Simpatici e ospitali, nonostante qualche pecca sulla cucina della amatriciana, sicuramente torneremo a trovarli.

Dopo il pranzo, come avevamo deciso, cerchiamo di dirigerci verso le sorgenti del Simbrivio. Sbagliamo un paio di volte strada e dobbiamo tornare sui nostri passi. Ogni tanto pero’ incontriamo una sorgente d’acqua. Ce ne sono veramente tante, come potro’ constatare piu’ tardi.

Alla fine del nostro girovagare imbocchiamo una stradina che indica per un ristorante: “Il fagiolone”. Nonostante i dubbi di Gabriele la strada stavolta sembra quella giusta. Ci fermiamo piu’ volte per vedere dei buchi che ci sembrano, falsamente, promettenti.

Lungo la strada troviamo una sorpresa, una cascatella che sembra terminare dentro una grotta.

Alla base della cascata ci sono dei bambu’ che sembrano destinati ad essere concrezionati. Dietro di loro un laghetto che scompare nel buio. Molto interessante.

Gabriele si ferma a studiare la grotta, io sono incuriosito da un rivolo d’acqua incanalato e provo a seguirlo fino alla fonte.

Il paesaggio e’ costellato da tracce di crolli imponenti, forse provocati proprio dall’incessante scorrere dell’acqua in mille rivoli nemmeno troppo piccoli.

Quando decido di tornare indietro senza aver trovato quel che cercavo, trovo Gabriele ancora intento a controllare la grotta.

Sembra stia pescando, mi sembra a prima vista. Ma non e’ cosi’, si e’ armato di un bastone estensibile e sta facendo il rilievo 3D anche di questa cavita’.

Fatta la scansione della forse-grotta della cascata, proseguiamo con la macchina lungo la strada. Ad un bivio dobbiamo scegliere se andare a ricercare prima il POZZO DELLA RIMESSA(LA1307) o la Risorgenza Gronda A(LA928). Alla fine visto la condizione apparentemente pessima della strada decidiamo di lasciare la macchina parcheggiata al bivio e di proseguire a piedi. Per prima cosa andremo alla “rimessa”.

Anche qua, siamo sul sentiero che porta alla SS. Trinita’, c’e’ un susseguirsi di sorgenti d’acqua e tracce di travertino. Un posto veramente spettacolare.

Il pozzo della rimessa non lo troviamo cosi’ facilmente. Trovo un buchetto nei pressi di dove puntano le coordinate ma non sembra proprio quello che cerchiamo.

Gabriele mi chiama. Stavolta e’ lui ad aver trovato la grotta. Lo raggiungo.

Si tratta di un pozzo che inizia molto largo ma per oggi non possiamo fare altro che provare a tirar giu’ qualche sasso che pero’ si ferma subito, catturato dal fitto tappeto di foglie subito sotto.

Il sole inizia a tramontare nella valle e la temperatura scende bruscamente.

Nonostante il sopraggiungere della sera decidiamo di tornare all’auto e quindi proseguire, sempre a piedi, verso la gronda A.

Incontriamo una costruzione da cui diparte una condotta forzata. Fosse lei la Gronda A? Le coordinate ci dicono di no.

Sopra di noi troneggia il santuario, incastonato alla base di una imponente parete.

Proseguiamo attraversando un ponte che ci permette di passare un vivace corso d’acqua.

A quanto risulta a Gabriele la grotta che cerchiamo e’ all’interno di una centrale idroelettrica. La costruzione che abbiamo davanti sembra proprio fare al caso nostro.

Solo dopo essere saliti assai ci accorgiamo di aver preso la strada sbagliata. Per fortuna un ponticello ci permette di tornare sulla retta via.

Siamo davanti alla centrale. Pero’ le coordinate portano da un’altra parte. Proviamo ad andare a vedere.

Entriamo in un terreno recintato e quasi mi emoziono vedendo un buco che pero’ si rivela artificiale, una sorta di cantina in disuso.

Le nostre coordinate puntano poco piu’ in la’ del recinto. Usciamo fuori e proviamo a raggiungere il punto ma i rovi e la sera che scende ci fanno desistere. Un ultimo sguardo alla centrale che dovrebbe nascondere la grotta…

…e riprendiamo la strada per la macchina.

Un giro interessante in un posto fantastico. Lo consiglio vivamente. Alla prossima.

Pubblicato in Uncategorized | Commenti disabilitati su Ricognizione Vallepietra – 24/02/2024